Perchè recuperarare i PFU?
Uno pneumatico usurato, una volta sostituito, può mantenere caratteristiche geometriche e meccaniche tali da renderne possibile la cosiddetta "ricostruzione" ed il successivo riutilizzo. Quando ciò non sia possibile, o non sia economicamente conveniente, diventa un PFU, cioè Pneumatico Fuori Uso, e come tale deve essere smaltito.
I PFU contengono sostanze scarsamente biodegradabili, come gomma vulcanizzata, acciaio e fibre sintetiche, e pertanto, se non riutilizzati o correttamente smaltiti, sono una sicura causa di inquinamento ambientale.
Secondo una stima, probabilmente per difetto, si pensa che ogni anno circa 100.000 tonnellate di PFU, il 25% del totale immesso nel mercato, siano disperse in discariche abusive. É perciò chiaro che creare un quadro normativo in cui far crescere un efficiente sistema di recupero sia un grande vantaggio per il Paese.
Il DM 19 novembre 2019 n.182 fa obbligo a chi immette per la prima volta pneumatici nuovi nel mercato nazionale, cioè i produttori e gli importatori, di utilizzare l'importo pagato dall'utente finale quando acquista pneumatici nuovi, il cosiddetto "contributo ambientale", per gestire la raccolta e la gestione di quantità di PFU almeno equivalenti alle quantità immesse nell'anno precedente.
La filiera del recupero e dello smaltimento
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